Biotestamento: Federnotai a convegno
Senza un registro nazionale la legge sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento rischia di essere inutile.
Si è svolto oggi a Milano il convegno "Le dichiarazioni anticipate di trattamento. Scelte normative e profili operativi" organizzato da Federnotai e Assonotai Lombardia con il patrocinio di Confprofessioni.
Milano, 16 giugno 2017 - Notai, medici e mondo accademico hanno discusso tutti gli aspetti etici, politici e normativi relativi alle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT). In particolare, Federnotai ha presentato le sue proposte per migliorare il testo del ddl in discussione.
Secondo il sindacato dei notai infatti la norma che prevede l'istituzione di registri regionali disciplinati autonomamente da ciascuna Regione solleva fondati dubbi di incostituzionalità: la competenza a legiferare sui principi fondamentali relativi alla tutela della salute, tra i quali rientra il principio del "consenso informato", è una competenza esclusiva dello Stato. Per di più, l'introduzione di norme regionali tra loro difformi rischia di violare il principio costituzionale di uguaglianza. Nel 2016 la Corte Costituzionale ha bocciato, sulla base di questi argomenti, la legge con cui il Friuli Venezia Giulia istituiva un proprio registro delle DAT: il pericolo è che i registri regionali approvati in base alla nuova legge facciano la stessa fine.
L’assunto di Federnotai nasce da una considerazione pratica: un cittadino di Roma che, dopo avere espresso una DAT conservata solo in un registro regionale del Lazio, subisse un incidente che lo privasse della capacità di esprimersi durante una vacanza in un'altra regione, verrebbe assistito e curato senza potere tenere conto della sua volontà, perché questa non sarebbe conosciuta.
Carmelo Di Marco, Presidente di Federnotai ha affermato: "Il Notariato sostiene la necessità di un unico registro nazionale delle DAT, che ne permetta la conservazione e la conoscenza in tempo reale in qualunque punto del territorio nazionale e che possa anche essere collegato agli omologhi registri di altri Paesi e integrato con essi. Ed è pronto a dare il suo contributo. Tutti i notai italiani appartengono ad una unica rete telematica unitaria, grazie alla quale alimentano con i loro atti i Pubblici Registri. La stessa rete potrebbe essere utilizzata per creare e aggiornare nel tempo un registro nazionale delle DAT, consultabile non solo da parte dei notai ma anche da parte dei medici operanti in tutte le strutture appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale e anche in strutture sanitarie private".
Al convegno è intervenuta Mina Welby, moglie di Piergiorgio che è stato copresidente dell'associazione Luca Coscioni nella battaglia per il riconoscimento legale del diritto al rifiuto dell'accanimento terapeutico in Italia e per il diritto all'eutanasia: "Morire è anche un processo di apprendimento, non solo uno stato di incoscienza. Le nostre DAT devono essere personalizzate e questo lo possiamo fare solo con il nostro medico che è una figura chiave per le scelte future di fine vita di ognuno".
Marco Cappato dell'associazione Luca Coscioni ha detto: "Tutti i sondaggi confermano che il 75 per cento degli italiani sarebbe favorevole all'eutanasia. Ciò significa che questa è una democrazia incapace di avvicinarsi al sentire comune".
Di parere diverso sul tema Paola Binetti, deputato UDC, che ha affermato: "All'inizio e alla fine della nostra vita siamo fragili e proprio in queste fasi il valore della relazione e la cura da parte dell'altro sono per noi fondamentali e ci restituiscono il senso dell'esistenza. Sono la relazione e la cura ciò che ci rendono umani".
Enrico Sironi, consigliere nazionale del Notariato, ha aggiunto: "Ciascun notaio, in quanto cittadino, ha legittimamente un'opinione personale in materia di "testamento biologico"; diversamente il notariato in quanto categoria non esprime alcuna valutazione di principio, rispettando il ruolo del legislatore, chiamato a dettare una disciplina generale su un tema così sensibile. Quanto al testo del ddl in discussione, anche in base al confronto che i notai hanno con le persone che intendono dare disposizioni sul proprio trattamento sanitario, mi sento di sottolineare due questioni che sul piano tecnico sembrano richiedere un'ulteriore riflessione: quello della forma delle disposizioni, anche in considerazione della delicatezza della scelta del fiduciario incaricato di gestire per conto del malato le relazioni con i medici; e dunque l'esigenza che le DAT, per assicurarne la loro conoscibilità da parte delle strutture sanitarie, siano raccolte in un Registro affidabile, accessibile in tempo reale su tutto il territorio nazionale".
Infine, è intervenuta in video la senatrice Emila Grazia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato e relatrice del disegno di legge in materia di DAT, che ha commentato così la norma: "Il giudizio sulla legge è molto positivo. E’ una legge equilibrata, molto attesa dai cittadini italiani, che porta l’Italia ad allinearsi agli altri Paesi europei dove molte scelte in questo senso sono già state fatte. Il primo punto qualificante è la definizione di consenso informato, il secondo è a mio avviso la possibilità che il medico possa rifiutarsi di applicare alcuni trattamenti contrari a un’etica professionale, il terzo riguarda l’alimentazione e l’idratazione artificiali considerati nel ddl come trattamenti sanitari; il tema della sedazione profonda e molti altri fino ad arrivare al 'cuore' della legge, le DAT. Queste definiscono la possibilità della persona di stilare una DAT, di depositarla e anche di poterla poi cambiare. Si tratta di una legge che non impone alcun obbligo, ma dà la possibilità a chi vuole farlo di predisporre le proprie volontà."